3.28.2013

CAOS

Questo post sarà diverso dagli altri perché oggi vorrei raccontarvi del mio latitare in rete.
Per chi non lo sapesse ancora la mia situazione lavorativa rappresenta benissimo quest'immagine che ho scelto, un caos generale appunto!
Sette anni fa mi ritrovai a lavorare per una grande azienda americana in cui mi proposero, dopo un anno di contratti a scadenza, un contratto a tempo indeterminato con dietro una "sola" pazzesca! Infatti fui la prima ad avere l'onore di firmare un contratto a staff leasing con un'agenzia interinale a tempo indeterminato! L'azienda americana mi rassicurò del fatto che era solo un espediente per potermi assumere dato che che nella SpA avevano un blocco assuntivo, ma loro mi volevano a tutti costi! E che quel contratto non sarebbe mai e dico mai andato a decadere! Con mio sommo stupore e dopo 6 anni di sfruttamenti vari in tutti i ruoli possibili e sempre con un sorriso a 32 denti mi è stato detto:  "cara sei troppo qualificata per noi perciò addio"!, ma noi non ti buttiamo mica in mezzo ad una strada dietro c'è l'agenzia! Sì bella roba! L'agenzia suo malgrado ha dovuto riprendermi e conoscermi visto che non mi aveva mai vista in 7 anni se non il giorno che ho firmato il contratto! È così eccomi dentro il caos più oscuro, a correre dietro  l'incompetenza galoppante di alcune zelanti operatori che mi proponevano colloqui in cui si richiedeva una madrelingua inglese che chiaramente io non sono, dietro a call center in ci mi dicevano mi scusi ma lei è troppo qualificata! e spesso anche a far da paciere e da interprete fra le varie parti in gioco! Tutto questo per una modica cifra di poco più di 500€ di indennità di servizio! Alla fine martedì mi arriva una lettera di licenziamento da parte dell'agenzia che mi dice che non essendo stati in grado di procurarmi un lavoro in questi 8 mesi chiameranno un tavolo sindacale per discutere della mia situazione' se è il caso di farmi fare corsi d'aggiornamento fasulli o mandarmi direttamente a casa!
Benvenuti nel caos!
Comunque buona pasqua a tutti e al prossimo post normale!
Xoxo

3.20.2013

SEGRETI


Quante volte ci è capitato di essere complici o vittime di situazioni in cui ci si chiede di mantenere un segreto. Quando questo segreto include qualcosa di bello come non so un party a sorpresa allora tutto bene ma quando questo implica invece un vero e proprio fardello, come per esempio scoprire un tradimento allora che fare?
Dire la verità o  mantenere il segreto sperando che sia l’altro a farsi avanti?
Non molto tempo fa uno psicologo americano Daniel Wegne, professore della Harvard University, ha pubblicato sulla rivista “Science” una sua ricerca in cui afferma che durante le situazioni stressanti il nostro cervello non riesce a mantenere un segreto, perché i nostri meccanismi di difesa cedono alla pressione e, anche se l’inconscio sa di fare la cosa giusta non rivelando la verità il nostro inconscio invece cerca rogne, per usare le parole di Wegne, in questo modo può scaricare la tensione che lo sta opprimendo
Pensate che ad ispirare la ricerca del professor Wegne è stata una storia tratta dal libro “i fratelli Karamazov” di Dostoevskij , nel romanzo uno dei protagonisti viene invitato a non pensare ad un orso bianco producendo proprio l’esatto contrario, il cervello non può più fare altro!
Per cui mantenere un segreto sarebbe una cosa difficilissima da fare anche solo a livello inconscio ma quando poi ci si mette anche la nostra coscienza a far pressioni allora non riusciamo proprio a vedere l’altro continuare nella sua cecità specie se quest’altro è la persona a cui teniamo di più, e di certo non vogliamo essere complici di qualcosa che la sta umiliando.
La verità è un’arma a doppio taglio, sta noi capire quando ci sono segreti che vanno rivelati e quando no.
Non c’è vergogna nel non sapere, la vergogna risiede nel non scoprire (proverbio Russo)

3.15.2013

VANITÀ O NARCISISMO?

Ebbene per quanto si possa pensare che siano la faccia di una stessa medaglia in realtà non lo sono affatto! 
Perchè la vanitá se intesa come il giusto amore rivolto verso se stessi, per esempio prendersi cura della propria persona o semplicemete sentirsi bene indossando alcuni vestiti, non ha nulla di patologico o insano! 
Il narcisismo invece è l'eccesivo amore per se stessi a discapito di chiunque!
Tutti conosciamo la famosa storia di Narciso, giovane innamorato dell'immagine di sé riflessa nell'acqua del fiume, da non potersene più allontanare:
"Contempla gli occhi che sembrano stelle, contempla le chiome degne di Bacco e di Apollo, e le guance levigate, le labbra scarlatte, il collo d'avorio, il candore del volto soffuso di rossore ... Oh quanti inutili baci diede alla fonte ingannatrice! ... Ignorava cosa fosse quel che vedeva, ma ardeva per quell'immagine ... e muore d'amore!
Questi individui che tanto contempla la società moderna,sono altamente pericolosi per se stessi ma sopratutto nella relazione con gli altri, poichè in una relazione usano l'altro solo come specchio e metro di giudizio per emergere e  illuminare se stessi, e l'unico lusso che è concesso a chi gli sta vicino e quello di amarli incondizionatamente.
In una relazione non hanno progetti, se non quello di sentirsi speciali.
Ci sono due tipi di narcisisti: uno esibizionistico,più facile da individuare perché coltiva in maniera plateale la propria onnipotenza e desidera l'invidia degli altri, e uno nascosto, ipervigile, che usa indebbolire e screditare l'altro per far emergere la propria figura.
Ma come facciamo a riconoscerli?
L' osservazione è un ottima arma per scoprire se  le persone che ci circondano sono solo vanitosi o sono dei veri e propri narcisi!
Certi atteggiamenti, come il disprezzo per gli altri, il perfezionismo ossessivo, l'ansia di controllo, la mancanza di scrupoli sono tipici. Come pure chiedere continue prove di fedeltà mai contraccambiate. Deve essere chiaro che il narcisista non è felice: vive di emozioni riflesse, non riesce a innamorarsi, a uscire da un atteggiamento "consumistico". Al primo no, può cadere in depressione, avere esplosioni di rabbia.

Lo psicologo americano Les Carter  ha elaborato una serie di regole per uscire sani e salvi dal contatto con un narcisista. Le regole sono:
 1. Non sperate di cambiarli. Sono convinti di avere ragione, perciò non fanno autocritica. Devono avere l'ultima parola. Lasciategliela. 2. Sul lavoro, niente aspettative. Non pensate di essere compresi per ciò che fate, per il tempo che dedicate, per la fatica: non immaginate di trovare solidarietà. Semplicemente il narcisista non li vede. Siete voi che dovete essere assertivi. Esempio: state risolvendo un problema urgente e non avete ancora pranzato. Pensate: si renderà conto che devo ancora mangiare? No. Siete voi a doverlo dire e presidiare il vostro spazio, difendere i vostri diritti. 3. Non badate alle loro giustificazioni. La colpa è sempre degli altri. Criticarli può avere un effetto boomerang. Piuttosto, seguite i vostri obiettivi lasciandogli la scena: sono interessati solo a quella. 4. Non fatevi manipolare. I narcisisti sfruttano la vostra capacità di empatia per ottenere il massimo. Smettete di sentirvi in debito. 5. Fate ricorso alla rabbia assertiva. I narcisisti suscitano inevitabilmente rabbia. È sbagliato lasciarsi sopraffare dalla collera, ma anche reprimerla e rimuginarci sopra. Difendete le vostre convinzioni e siate irremovibili nelle vostre scelte. 6. Non diventate come loro. L'egoismo genera egoismo. Se avete un narcisista tra i vostri amici, non smascheratelo. Ma fategli capire che potete anche smettere di frequentarlo. 7. Prendete il buono che c'è in loro. In un gruppo tendono a imporre la loro volontà, ma spesso sono anche divertenti. A volte hanno buone intuizioni, diventano capi d'azienda, uomini d'affari. L'importante è mantenere la propria capacità di giudizio. 
Scusate per il post lunghissimo ma spero vi sia d'aiuto 

Buon week end!

3.11.2013

NON SI PUO'



Ah il buonsenso…. Quanto è noioso il buonsenso!
Perché non possiamo dire tutta la verità a chiunque e quando vogliamo, perché non possiamo dire al nostro capo che sta esagerando, che magari è ora che scenda un po’ con i piedi per terra e che non è il detentore della realtà, che un pazzo furioso o un demente patentato, perché dobbiamo censurarci e vivere con questo senso di frustrazione che ci rende talmente furiosi da spaccare ogni cosa se ne avessimo l’occasione?
Nella vita bisogna rispondere soltanto a se se stessi, insomma ognuno per sè, facciamo pure tutto quello che vogliamo il resto si sistemerà da sé! Giusto?
Mark Twain diceva che per riuscire nella vita servono ignoranza e superbia
Ma sarà davvero così?
Non credo, ci sono sempre delle conseguenze ai nostri gesti, per citare Newton,  ad ogni azione corrisponde una reazione, ogni cosa ha una conseguenza , per questo esistono le regole e il buonsenso, certo la censura non deve essere a nostro svantaggio, ci sono alcune persone che non riescono davvero ad andare oltre al balbettio come se quello che avessero da dire potesse davvero distruggere il mondo, no questo no, dovremmo davvero capire cosa possiamo e cosa non possiamo fare, e quali sono i momenti giusti per farlo e, anche quando ci sono i giusti momenti, impariamo a calibrare la rabbia perché ogni azione ha una conseguenza e non è sempre quella che ci aspettiamo, quasi mai per la verità.
Perciò se vogliamo mandare a quel paese il nostro capo facciamolo nella mente e sorridiamogli, di più non possiamo proprio fare, purtroppo!
Neanche noi siamo detentori della verità assoluta…

3.05.2013

I RISCHI

Il modo di affrontare i rischi rivela moto di noi.
Ogni volta che dobbiamo prendere una decisione grande o piccola che sia, dobbiamo calcolare il rischio, alcuni giocano sul sicuro mentre altri si buttano a capofitto, ad alcuni viene più naturale ad altri un po’ meno.
Il fatto è, che quando siamo al sicuro lontano dall'orlo del precipizio viene da chiedersi se ad essere cauti non si  perda qualcosa.
Siamo abituati  a pensare che le persone che corrono i rischi  vengono premiate, insomma c’è anche un proverbio che dice chi non risica non rosica, ma non è forse vero che dobbiamo correre solo i rischi adatti a noi?
Mi spiego meglio, se noi siamo persone abituate a rispettare le regole, a rispettare gli altri e gli accordi presi con gli altri, non potremmo mai tradire questa parte di noi, se solo provassimo a farlo, perché magari qualcuno ci esorta a provarci dandoci del codardo, noi avvertiremmo quella strana sensazione allo stomaco che ci avvisa, che stiamo facendo qualcosa di sbagliato, stiamo tradendo noi stessi per compiacere gli altri per far vedere che noi non siamo vigliacchi, che anche noi ,come tutti sappiamo andare oltre le regole….. ma non è forse vero che qualora lo facessimo non ci sentiremmo comunque vittoriosi? Non è forse vero che ripensando a quello che abbiamo fatto o stiamo per fare  non riconosciamo più noi stessi ?
A volte il più grande rischio è proprio la capacità di rinunciare!
Impariamo ad ascoltare ciò che la nostra testa, il nostro corpo ci dice e saremo gli esseri più coraggiosi di tutti, senza bisogno di provarlo a nessuno.
Un proverbio americano dice: Non si può saltare un fosso di mezzo metro con due salti da 25 centimetri.