2.27.2013

L'AMICIZIA



L’amicizia è forse il sentimento più grande che un essere umano può provare, è il rapporto più importante della nostra vita, avere un’ amica/o del cuore è quello che ci rende speciali, sopratutto durante l’infanzia e l’adolescenza.
Cresciamo con lei/lui condividiamo le stesse cose gli stessi problemi, è con lei/lui che ci confidiamo, è come se fosse un’estensione di noi stessi una parte di noi.
Ma poi cresciamo e pensiamo che  quest’amicizia cresca con noi e che  il nostro/a migliore amico/a, rimarrà con noi per sempre.
Quante volte ci siamo detti la nostra amicizia non finirà mai, anche se adesso sei sposato, lontano, dall'altra parte del mondo o dell’Italia le cose fra noi non cambieranno.  
Ma davanti a continui rimandi o a telefonate non fatte il rapporto si deteriora fino a quasi scomparire e ci diciamo che in fondo non è colpa nostra se la nostra amica/o deve stare sempre con i figli, o se lei/lui è ancora così immatura/o da non comprenderci ecc.. ecc.., ce ne faremo una ragione abbiamo tanti altri amici…
In realtà non è così queste nuove amicizie se pur importanti non potranno sostituire l’amore per quella persona che è cresciuta con noi e che continua ad essere una parte di noi perciò fermiamoci e chiediamoci che cosa ci sta succedendo, la vita tenterà sempre di separarci crescere significa assumersi nuove responsabilità, ma noi dobbiamo fare in modo che questo non avvenga, ricordiamoci sempre chi eravamo e chi stiamo diventando, cresciamo insieme e cambiamo insieme, se ci teniamo veramente mettiamoci nei panni l’una/o dell’ altra/o e cerchiamo di capire che da entrambe le parti c’è uno sforzo per mantenere saldo un rapporto fatto di amore e rispetto, sarà un rapporto diverso scandito da tempi diversi, ma sarà sempre fatto da lealtà, rispetto e sincerità. Perché nonostante tutti i cambiamenti ci saranno cose che rimarranno sempre le stesse.
L’amicizia nasce nel momento in cui una persona dice ad un’altra come anche tu? Credevo di essere l’unica C.S.Lewis 

2.20.2013

LE IDEE CHE CI FACCIAMO DEGLI ALTRI


Prendendo spunto dai fatti accaduti recentemente come quello  di Oscar Pistorius e da fatti meno noti a cui mi è capito di assistere, mi sono chiesta ma quant'è forte l'idea che ci facciamo dell'altro rispetto a quello che l'altro è veramente!
Siamo rimasti tutti icreduli e sconvolti nell'apprendere che un ragazzo senza gambe un campione indiscusso di sport paraplegici abbia  potuto compiere un atto così brutale come l'omicidio premeditato o meno della sua ragazza! E perchè mai? Perchè questo ragazzo non poteva essere brutale?
Forse perchè si era impegnato così tanto nonostante la sua disabilitá che doveva essere grato per la sua vita perfetta e normale? 
Lui che ha ricevuto così poco dalla vita e che nonostante tutto è riuscito a diventare quello che voleva essere?
Beh il problema secondo me è proprio questo, chi è veramente questa persona? Se non una persona fragile che ha tentato in tutti i modi di essere perfetto, di sostituire la natura del suo vero essere con una persona che non esiste.
La stessa cosa accade quando costruiamo un aurea intorno a una persona che ci sta a cuore o che semplicemente ammiriamo per il lavoro che svolge, un aurea di perfezione assoluta che lo rende immune da qualsiasi sbaglio ma quando ciò avviene quella persona cessa di essere quella che noi avevamo adorato fino ad un attimo prima e diventa per noi uno sconosciuto.
Perchè? Infondo è pur sempre un uomo e può sbaglire. 

Crediamo davvero di essere perfetti? Crediamo davvero di essere immuni dagli sbagli? Tutti possiamo commettere degli errori nella vita ed è sbagliato pensare che noi in alcune situazioni non ci saremmo mai trovati o non avremmo mai messo qualcuno in una posizione di svantaggio, noi non siamo loro, noi siamo noi stessi e non possiamo sapere in quella determinata circostanza come ci saremmo comportati! Perciò lasciamo stare tutto questo e preoccupiamoci piuttosto di capire chi è davvero l'altro pregi e difetti!

2.18.2013

L'INVIDIA

L'invidia é uno di quei sentimenti che crediamo non ci appartenga, è così becero che tutti noi tendiamo a non riconoscerlo, spesso giustifichiamo le nostre "invidie" come "invidie buone" ma non esiste un'invidia buona, come può essere?
L'etimologia della parola stessa lo nega, Invidia deriva dal latino in - videre che significa guardare contro e non c'è nulla di buono in questo.
Quali possono essere le cause di questo sentimento, sicuramente ritenere che la propria autostima si fondi sui risultati ottenuti piuttosto che nascere da dentro di sé.
Come dicevamo,nel post precedente,noi dobbiamo essere quello che desideriamo essere e non quello che gli altri si aspettino che noi siamo.
Non ci sono regole valide per tutti ognuno di noi é un essere umano differente, per cui non possiamo etichettarci. Antony Rapp diceva che le etichette si mettono sui prodotti in scatola non sulle persone.
Ma se questo concetto non lo facciamo nostro, allora tutto ciò che noi crediamo di dover diventare,sará il nostro tarlo, che ci porterá ad essere invidiosi e gelosi delle persone che ci stanno intorno e che hanno realizzato ciò che noi volevamo realizzare o credevamo di voler realizzare.
Essere onesti con se stessi é davvero un lodevole esercizio diceva Sigmund Freud e, sempre Freud, sosteneva che spesso la gelosia non è solo rivolta verso la persona che si sta per perdere ma anche verso quella con cui si sente rivalità.
Perciò non vi è molta differenza fra invidia e gelosia, a scatenare "la grande emozione proibita del nostro tempo" è sempre la stesso sentimento: la poca fiducia in noi stessi e la poca autostima che ci siamo costruiti.
Non sempre siamo noi a provare invidia e gelosia, possiamo anche essere oggetto di invidie e gelosie allora come difendersene?
Un modo potrebbe essere quello di rendersi conto di essere sotto tiro e far sì che la persona che ci ha presi come bersaglio si guardi dentro, facciamogli notare come la cattiveria che ci sta scagliando contro in realtá la sta scagliando contro se stessa e nessun altro; facciamogli notare che così facendo sta solo sprecando il suo tempo, tempo necessario per scoprire ciò che davvero vuole diventare.



2.15.2013

LE RELAZIONI



Le relazioni amorose/affettive sono il perno del nostro vivere, non saremo niente senza di esse. È questo quello che ci hanno insegnato ed è questo che noi cerchiamo disperatamente per tutta la vita. Ci hanno insegnato che le brave ragazze e i bravi ragazzi pur inseguendo la carriera, devono dare ampio margine alla famiglia alle relazione, così da essere considerate persone vincenti.
Perciò che cosa facciamo? Passiamo la vita a rincorrere la nostra anima gemella, ad attorniarci d'amici senza pensare a quello che stiamo facendo veramente.
In realtà spesso ci tuffiamo in relazioni sbagliate che portiamo avanti nonostante tutto perchè è così che si diventa una persona vincente! Giusto?
Soffochiamo qualsiasi segnale qualsiasi voce interiore che ci mette in allarme pur di essere la persona vincente che le persone che ci circondano pensano che noi siamo.
Ma arriviamo ad un certo punto in cui tutto questo non ci basta più, ci soffoca, ci opprime e ci obbliga a guardare in faccia la realtà mettendo in discussione le nostre scelte.
Tutto questo ci spaventa perchè abbiamo paura di soffrire, abbiamo paura di non fare la cosa giusta, di ricadere nella solitudine e di sentirsi dire che si è sbagliato tutto, che si ha avuto troppa fretta nel prendere una determinata scelta.
Ma chi dice che sia così?
Certo la fine di ogni relazione comporta un dolore enorme un senso di vuoto una cambiamento di vita e di routine quotidiana, siamo soli davanti a tutto questo cambiamento e questa solitudine ci provoca un angoscia così grande che pensiamo di non poterlo affrontare. Così mettiamo in atto comportamenti di sfida con noi stessi pensando che,tuffarsi in un'altra storia possa aiutarci a scacciar via il dolore, quando questo non ci da più soddisfazione rimpiangiamo la nostra vecchia vita e cerchiamo di tornare sui nostri passi comportandoci a volte in maniera davvero bizzarra.
La cosa giusta da fare sarebbe mettersi in pausa prendendosi dello spazio per analizzare i motivi che ci hanno spinti a concludere una relazione importante, che sia essa d'amore o d'amicizia, una volta portati alla luce e chiariti con noi stessi i punti che ci hanno condotti a questa scelta, dobbiamo fermarci ed aspettare che il dolore faccia il suo corso, che si prenda tutto il tempo necessario perchè possiamo elaborarlo e mandarlo via.
Ah! il tempo guarisce tutte le ferite! Mai detto fu più veritiero questo però solo se affrontiamo davvero la nostra paura più grande è cioè IL DOLORE.

2.13.2013

IL RAPPORTO CON GLI ALTRI



Quanto è importante il rapporto con gli altri?
Quante cose facciamo per piacere agli altri, perchè lo facciamo?
Crediamo davvero che se non facessimo quello che gli altri si aspettano da noi potremmo scatenare la terza guerra mondiale?
Insomma non fraintendetemi un comportamento adeguato, la giusta dose di educazione, va sempre mantenuta, ma quanto andiamo veramente oltre tutto questo e perchè?
Pensiamo davvero di ferire chi ci circonda se dicessimo più no? Pensiamo davvero che queste persone non siano in grado di sopportare un rifiuto? Perché dovremmo sempre proteggerli dalla delusione?
Non è esattamente questo quello che facciamo a discapito di noi stessi?
Non vogliamo mai deludere le aspettative che gli altri hanno di noi e dargli così modo di pensare che non siamo sufficientemente bravi, buoni accondiscendenti, e chi più ne ha più ne metta! Smettiamola una buona volta e cerchiamo invece di capire chi siamo e cosa vogliamo veramente!
Incominciamo a mostrare i veri noi stessi senza preoccuparci di fare del mal agli altri.
Con questo non intendo dire che dobbiamo trasformarci da monaco tibetano a rambo, soltanto di ascoltare di più quella voce interiore che non sbaglia mai!
Impara ad essere quel che sei e impara a rinunciare con dignità a ciò che non sei diceva Henri Frédéric Amiel.
Imparare a rispettare la nostra vera identità ci farà rispettare anche dalle persone che ci circondano che sapranno esattamente come comportarsi con noi perchè lanceremo dei segnali chiari e non ambigui, non creando così delle false aspettative che, non appartenendoci, alla lunga ci schiacceranno e ci creeranno altri malesseri.

Ci vuole molto coraggio per crescere ed essere chi siamo veramente 

2.12.2013

AFFRONTARE I RIMPIANTI



Affrontare i rimpianti non è una cosa così semplice come si crede.
C'è una bella differenza nel dire: “ a se potessi tornare indietro...” e tornare indietro veramente.
Ora noi tutti sappiamo che non possiamo tornare indietro, nessuno ha ancora inventato un modo per far sì che questo avvenga almeno fisicamente, ma c'è un modo che tutti noi possiamo usare ed è quello di tornare indietro con la nostra mente e rivivere quel momento del passato in cui siamo rimasti bloccati e che oggi viviamo come un rimpianto.
Andare indietro con la mente e rivivere il passato non è affatto una cosa semplice, anzi è quello che ci spaventa di più, è difficile rivivere quei momenti che ci hanno portato sentimenti di delusione, patimento, disagio. Abbiamo paura di rivivere tutto quanto e di non saperlo affrontare di nuovo,abbiamo paura, nonostante tutta la conoscenza che abbiamo, di rimanere nuovamente bloccati e di comportarci allo stesso modo o di innescare sentimenti che crediamo non ci appartengono o che ci spaventano perché sentiamo di non riuscire a gestirli o a governarli avendoli tenuti per tanto tempo nascosti.
La nostra mente a questo punto crea una barriera fatta di spiegazioni che acquietano la nostra angoscia, e fanno in modo che tutto resti esattamente così com'è perché è più facile affrontare quello che già si consce così come ce lo siamo costruiti, piuttosto che rimettere tutto in discussione.
Anche quando crediamo di essere riusciti a raggiungere un compromesso che ci permettere di andare avanti in realtà siamo bloccati.
Perché?
Perché non riusciamo a lasciarci andare, perché non riusciamo a smettere di selezionare gli spetti della nostra vita?
La risposta giusta è perché noi abbiamo paura, abbiamo paura di quello che viene dopo, abbiamo voglia di cambiare certo, ma abbiamo paura dei rischi, ed è questa paura che ci trattiene, e che ci fa stare male, ma è da questa che dobbiamo liberarci! E non è tanto riuscire o non riuscire a farlo quanto piuttosto accettare un rischio; è come fare un balzo nel vuoto senza a vere la minima garanzia.
Alla fine tocca a noi scegliere dobbiamo decidere come diventare, possiamo vivere intrappolati nelle nostre paure oppure lanciarci nel vuoto e vedere cosa succede.

Qualcuno disse “Inseguendo il passato lei inciampò nel futuro”

2.11.2013

RIMPIANTI



Cosa saremmo noi senza i nostri rimpianti.
Chi di noi non ne ha!
Quante volte ci siamo soffermati a pensare alla nostra vita e ci siamo detti: “A se solo non avessi fatto questa scelta sicuramente adesso farei altro, sarei un altro....”
Se solo potessi tornare indietro quante cose non rifarei!”
Ma sarebbe stato davvero così?
Se potessimo tornare indietro, consapevoli di ciò che sappiamo, siamo sicuri che faremmo scelte diverse restando ancora noi stessi?
Siamo davvero sicuri di poter fare scelte diverse e a nostro vantaggio?
Quali sono state le cause che ci hanno portato ad agire così nel passato, e che oggi invece non ci bloccherebbero?
Si sa i rimpianti appartengono al passato e risiedono,sopratutto, nel periodo infantile ed adolescenziale, gli anni in cui ci sentiamo più forti,più invincibili, dove a muoverci sono solo i più alti valori e i più alti ideali e tutte le nostre scelte si muovono in base a questi ideali, ma cosa ci fa credere che il cinismo della nostra vita adulta, la disillusione degli ideali adolescenziali, ci porti a fare scelte diverse rispetto ad allora.
Chi ci garantisce che una volta cambiato il nostro destino questo non trovi altre strade per riportarci esattamente dove siamo ora, perchè magari è questa la nostra vita ed è questo ciò che siamo.
Andare indietro nel passato, riesaminare le nostre scelte,o i nostri rimpianti che dir si voglia, dovrebbe in realtà aiutarci a capire chi davvero siamo e renderci più forti e meno spaventati di fronte alla vera immagine di noi stessi.
Comunque vada sono le scelte che facciamo che determinano ciò che siamo, perciò esaminiamo pure i nostri rimpianti ma solo per renderli nostri alleati nell'affrontare la sfida più grande della nostra vita e cioè: il presente!

2.10.2013

MI PRESENTO




Avete presente quella giovane donna in carriera, che sorride al mondo perché ha realizzato sogni, indossando uno splendido paio di Armani?!
Bene, quella non sono io!
Ho 35 anni e sono disoccupata!
Ebbene sì, dopo 7 anni regalati ad una multinazionale americana, sono stata licenziata perchè troppo qualificata per quel tipo di lavoro.
E pensare che quando qualche mese prima arrivò il messaggio del presidente, io avevo anche detto ai miei colleghi “ma figurati io sono intoccabile sono in una di quelle posizioni che non nuocciono a nessuno”.
Sapete una di quegli invisibili, che poi alla fine sono tutto fare!
Non è stato così!
Un anno dopo mi hanno chiamato e detto la famosa frase “Tesoro tu sei troppo qualificata per questo posto, sei una psicologa non possiamo approfittare di te così! Realizza i tuoi sogni, perché sappiamo che tu hai le qualità giuste per riuscirci!”
Ebbene, dopo 7 mesi dal fatidico licenziamento, mi trovo senza un lavoro retribuito e con una specie di clausola che mi lega ad un’agenzia interinale, che  non sto qui a spiegarvi perché troppo complessa, e un “lavoro” come volontaria Psicologa in un noto ospedale della capitale.
Come diceva qualcuno, quando si chiude una porta si apre un portone, da tutto questo trambusto finalmente mi sono potuta avvicinare alla mia più grande passione, il mio lavoro, e grazie a questo ho potuto fare tantissima esperienza.
Perciò eccomi qui a riflettere con voi su ciò che questa pazza vita ci offre tutti i giorni e se volete anche ad analizzare insieme gli aspetti che più ci e vi strapazzano tutti i gironi.
Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità (A.E.)
Iniziamo :)